lunedì 24 marzo 2008

Tra cani e paesani


Port Adelaide credo sia nata per dare ristoro ai viandanti del deserto o per preparare i viaggiatori alla grande traversata. In sostanza non c'è un cazzo. E nonostante questo ci siamo fermati un paio di giornoi Troppo stanchi, troppi chilometri (10.000), troppo tutto. La “digestione” era iniziata e noi avevamo estremo bisogno del tipico pisolino di chi si abbuffa a un'occasione speciale.
Anche perchè, non lo avevamo annotato nei precedenti post, a Cooby qualcos altro era successo.
Passeggiando tra i “tuguri” una timida affissione aveva attratto il ns sguardo.
“WoomAdelaide 7-8-9 marzo – Festival Internazionale della Musica – Piu' di 400 artisti da tutto il Mondo”. E noi, da bravi Australopitechi alla ricerca delle origini, non potevamo ignorare il messaggio. Acquistati i biglietti all'Ufficio Postale dei Minatori alla velocità della luce e in leggero anticipo sul tabellino di marcia, non ci restava che attendere.
Due giorni abbiamo passato a Port Adelaide, sulla riva del fiume che la fende in due.
Due giorni sdraiati sul prato offrendo una quantità interminabile di sigarette agli aborigeni che facevano costantemente capolino dalle nostre parti. Terminato il tabacco, siamo ripartiti, direzione Adelaide, penultima tappa di questa nostra esperienza “Pacifica”.
Sulla via verso la città “piu' italiana d'Australia” (così viene chiamata la dolce Adelaide), da buoni ex consumatori di Nettare degli Dei, non potevamo perdere una tappa nella Barossa Valley, dove si produce il miglior vino d'Australia.
Qui ogni cantina apre le porte alla degustazione ogni giorno, domenica inclusa, offrendo gratuitamente i propri prodotti. Verso le 13 di lunedì 3 marzo ho passato il timone a Erika, in quanto i primi fumi iniziavano ad ottenebrarmi i sensi.

Verso le 17 dello stesso giorno, colti da una sorta di fame alcolchimica abbiamo deciso di invertire la marcia e di guidare sino al mare di Adelaide, dove conoscevamo un posticino che preparava un fish&chips di quelli come piacciono a noi: unti e tanti.
Verso le 21, dopo aver assistito a un tramonto fantasmagorico dal pontile della spiaggia di Glenelg,
abbiamo realizzato di essere in città e che era ora di trovare un posticino dove poter albergare per la notte. Dopo vari attraversamenti Sneaky era stanco, e noi pure, quindi ci siamo buttati nel parcheggio di una pista per Skateboard e Bmx. Assiepati dentro il Van abbiamo realizzato che la scelta non poteva considerarsi propriamente funesta, ma quantomeno singolare. Eravamo sulla traiettoria di atteraggio dell'aeroporto di Adelaide. Grazie a dio non era Francoforte, ma potevamo avvertire un certo “traffico” sulla nostra testa: Ogni mezz'ora, e per tutta la notte, un roboante aereo faceva capolino dalle parti di Sneaky allietando i nostri sogni di mondi lontanissimi. Siamo altresì sicuri che un paio di essi abbiano tentato l'atterraggio sul nostro tetto, ma Sneaky, sapendo delle nostre attitudini dormereccie, non ha concesso lo slot.

Archiviata la pratica aeroportuale, abbiamo deciso di trovarci un posticino un po' piu' sereno, anche perchè in città, essendo proibito campeggiare, dovevamo dar meno possibile nell'occhio cambiando spesso luogo.
Dovete sapere che Adelaide ha una spiaggia lunga forse piu' di 20 km quindi te prendi l'auto, guidi nel lungo mare e ti fermi dove ti piace. Ed è proprio quel che abbiamo fatto.
Peccato che altri van si sono aggiunti (anzi noi ci siamo aggiunti a loro) e dopo breve ecco spuntare una macchina con la sirena.
Mentre mi preparavo il discorso da tenere (come solitamente in Italia si fa) noto che gli agenti avevano una strana uniforme. E mentre sloggiavano gli altri van, sulla loro camionetta ho letto: “Accalappiacani”. Tutt'ora non posso non ridere. Ci hanno mandato gli accalappiacani. Cosa vuoi, l'Australia è grande e qui bisogna arrangiarsi come si riesce.
“Ragazzi, non vogliamo disturbarvi, però qui purtroppo ci sono persone che vivono e per la quiete di tutti non potete stare qui per la notte. Se seguite la strada verso nord, 5 chilometri ed è pieno di luoghi dove nessuno vi disturberà”.
Fantastico. Niente libretti e patenti, niente multe, niente abusi. Siamo semplicemente stati “invitati”.
E ovviamente non potevamo che accettarlo, l'invito.
Parcheggiati in una di queste aree dove nessuno ci avrebbe disturbato, notiamo tutt'attorno una sorta di brulichio costante. “Però” pensiamo “c'e n'è di gente che campeggia da ste parti”.
Dopo qualche minuto, un'auto non propriamente definibile come van parcheggia di fronte a noi. E' l'una. Dalla macchina una luce a intermittenza ci segnala qualcosa che non volevo capire. Dentro ad essa un uomo sulla 60ina, ben pettinato, ben vestito, ben tenuto, aveva deciso di portare a far pipi' il cane giusto intorno al nostro van. Spengo la luce e osservo. I conti iniziavano a tornare.
Tra una macchina e l'altra lucine a intemittenza erano seguite da brevi passeggiate e quasi in cerchio potevo distinguere al buio sei sette bronze di sigaretta di persone che osservavano.
Ora, dopo una notte sulla pista d'atterraggio, dopo essere stati sfrattati da due accalappiacani, a coronare la nostra permanenza in attesa del Woomadelaide che poteva mancare?
Ovviamente di finire nel parcheggio dei guardoni e degli scambisti di Adelaide!
Salutato con gentilezza l'uomo che all'una di notte decide di portare a pisciare il cane in camicia di seta e pantalone elegante, abbiamo imboccato di nuovo la strada in cerca di un luogo, l'ennesimo, dove poter dar riposo alle nostre ormai provate membra.
Ossia nel primo posto silenzioso che ci è capitato.
La mattina, al risveglio, abbiamo realizzato di aver dormito di fronte a una bellissima spiaggia, ma di aver altresì dormito davanti a un lussuosissimo albergo, che grazie a dio non ha chiamato nessun accalappiacani.

Usciti dal deserto , pensavamo di aver definitivamente detto addio al caldo e al mare, ma a Adelaide avevamo invece ritrovato temperature da capogiro (35-40°), nonostante l'autunno avesse appena aperto le proprie porte. Praticamente non ci aveva mai lasciato. Era quindi di nuovo tempo di mare. E dirigendoci verso la spiaggia abbiamo realizzato perchè Adelaide è considerata la città piu' italiana d'Australia. Passeggiando potevamo riconoscere tratti somatici che ci appartenevano e presto, alle nostre orecchie giunse un italiano sì inglesizzato ma non dimenticato.
Trentamila italiani vivono ad Adelaide, di quelli partiti con la valigia di cartone piena di speranze.
E ad Adelaide un po' di certezze le hanno trovate. Attraversando il pontile i “Buongiorno” si sprecavano ed era bello e intenso condividere i propri pensieri con chi l'Italia l'ha vissuta in tempi non sospetti e ritrovare nei loro occhi la nostalgia per un posto che forse non esiste piu', se non nei loro cuori. Due giorni abbiamo trascorso qui, di nuovo in Italia. Un'Italia lavoratrice, pura, onesta, con un divertente accento da “ Il Padrino”. Gente fresca, riposata, che ha vissuto una vita di duro lavoro per darne una migliore ai propri figli e che a differenza dei nostri genitori probabilmente c'è riuscita.
Un salto nel passato, nel nostro.
Il WoomAdelaide era ormai alle porte e per l'occasione abbiamo deciso di “trasferiti” nella City. Nella speranza di non dover combattere ancora contro gentili accalappiaviaggiatori e improvvisati proprietari di cani con seri problemi di incontinenza.

Rubando Fichi d'India on the way

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