Karlu Karlu non è un lamentoso richiamo di una donna del sud intenta nel riportare all'aia il proprio figlioletto, o non almeno in questo caso.C'è chi le definisce come una “ una piccola isola di granito formatasi più di un miliardo e mezzo di anni fa in mezzo a un oceano di arenaria, frantumatasi in blocchi dalle forme più bizzarre, erosi da acqua e vento, chi le venera come le “uova del Serpente Arcobaleno”, chi invece crede che siano i “resti di una cintura di capelli tessuta dagli antenati creatori durante il loro passaggio nella valle”.Uno luogo sacro tra i più antichi al mondo.Credi quel che ti pare, fatto sta che quando ti trovi nella valle di Karlu Karlu rimani semplicemente a bocca aperta. Migliaia e migliaia di rocce, perfettamente sferiche, di un colore tra rosso e ocra, si innalzano al cielo e in equilibrio precario si tengono l'un l'altra quasi come sorelle. Hai presente quando butti una manciata di biglie in una scatola di cartone? Credo sia questo quel chi si puo' vedere dall'alto.Siamo arrivati al tramonto, quasi casualmente, quasi guidati. Terra rossa, cielo rosso, rosse rocce.
Ci siamo accampati qui, per la notte. Un vento caldo e secco soffiava da due direzioni, creando un leggero vortice in Sneaky che impediva ad ogni maledetto volatile succhiatore di avvicinarsi a noi.Mentre il sole tramontava dietro Karlu Karlu nel cielo si potevano ammirare innumerevoli stelle “accendersi” una dietro l'altra, come quando ti capita di osservare un palazzo di notte e riconoscere le piccole lampadinine che zampettano di camera in camera. E dopo poco la Signora Via Lattea si è mostrata in tutta la sua magnificenza, chiazzando di bianco il cielo tutt'attorno alle stelle stesse.E mentre si pelava patate tipo mensa delle suore carmelitane, assistevamo alla nascita della notte. Candita e pura.Dopo centinaia di chilomentri per noi era come ascoltare la miglior musica, fatta di vento, cicale e quell' impercettibile suono che emette la terra nel suo energico movimento rotatorio.
Mentre sdraiati il primo occhio cedeva dolcemente a Morfeo, una brezza fresca si stava impossessando dei corridoi del vento quasi a volerci annunciare l'arrivo di una splendente, che in tutto il suo splendore, si mostrava completamente nuda e piena. Nonostante nei paraggi non ci fosse alcuno pozzo, il miracolo è avvenuto lo stesso. E ha deciso di specchiarsi in Karlu Karlu, che tinto di una pallida luce argentata, si mostrava in tutte le sue forme balordamente uniche.Una notte in cui davvero non puoi provare nè paura nè nostalgia del giorno. Karlu Karlu 2 di 2

Tanti Karlu Karlu

Erika tra le "palle"
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