martedì 4 marzo 2008

La Strada 'till Kununurra (da Ponente a Levante)

Sapendo di dover affrontare mille chilometri in condizioni estremamente disagevoli, abbiamo fatto quel che facciamo sempre. Ci siamo alzati tardi, abbiamo consumato una bella colazione, pieno a Sneaky e siamo andati a salutare gli ultimi amici, tra cui Lorna, Mao e due suoi colleghi di cui non vi ho narrato, ma ai quali va il mio piu' piacevole pensiero.

Erano circa le 12 quando il cartello “Adieu Broome” era alle nostre spalle.

Di fronte a noi la strada si srotolava come un tappeto di benvenuto al gran galà di madre natura. Tutto intorno verde pistacchio piante e alberi di media statura” riprendevano possesso di quello spazio che è stato loro tolto. Una strada senza tempo. Perfettamente identica chilometro dopo chilometro. E così si è mostrata per almeno altri trecento.

Strade sterrate e cartelli dai nomi indigeni ci mostravano vita apparente. Piccole, invisibili comunità aborigene.
Australiamente parlando, poco prima di Fitzroy Crossing (uno dei due paesi sulla strada per Kununurra) un nativo, nel nulla ma seduto su di una seggiola, faceva l'autostop. Riflessioni e fantasmi. Alla fine lo abbiamo “caricato”. Cento chilometri di sigarette e parole spizzicate tra il silenzio tutt'attorno e il rombo di Sneaky. - Lavoro qui - esordisce il ragazzo – mi prendo cura dei cavalli. Sto tornando a Fitzroy per l'inaugurazione del ns primo ospedale –

  • E ogni quanto torni a casa? - chiediamo noi

  • Bah...diciamo una volta al mese... -

Arrivati dalle parti di Fitzroy riprende – Vedete quella collina? Lì c'è il mio paese e quando piove forte, e anche la scorsa settimana, tutt'attorno si forma un lago e non puoi uscire dal paese. E quando non piove è così pieno di serpenti che non puoi camminarci -

Queste le sue ultime parole prima di lasciarlo alla “roadhouse”, lui per la sua strada noi a fare il pieno.

Ripartiti dopo poco percorriamo ancora un paio di centinaia di chilometri prima di sostare per la notte. E devo ammettere che sono stati duecento trai i piu' bei chilometri che abbia mai fatto. Una strada tutta curve e salite costeggiata da enormi baobab e piante tropicali di ogni tipo, tutte native.

Tutt'attorno, come dire, montagnole tipo kanyon formate da enormi massi che sembrano buttati lì a casaccio uno sopra l'altro, montagnole quasi completamente verdi per opera della wet season.

Abbarbicati sulle cime, storpi alberi di eucalipto modellati dal vento quasi si ginuflettevano al passaggio di Sneaky e noi, commossi, ricambiavamo la gentilezza. Anche perchè poche manine alzate questa volta, pochissime macchine incrociate da salutare, con la punta massima di attesa attestata intorno ai 45 minuti. Per strada non c'era assolutamente nessuno. Fatta (come sempre) eccezione per la varia animalanza che si mostrava ogni qualche chilometro. Qui i padroni sono le lucertole. Certe sberle da 30-40 cm immobili in mezzo alla strada e tu che obblighi Sneaky a cambi direzione funanbolici pur di salvar loro la vita. D'altronde, come vi sentireste voi a essere investiti mentre state beatamente prendendo il sole in spiaggia?

Per il resto da annotare il costante aumento demografico delle termiti e dei loro castelli di sabbia i quali, sulla via, raddoppiavano, triplicavano e soprattutto giganteggiavano sempre di piu'.

Verso sera, dopo il solito tramonto della Madonna e delle tre grazie,

decidiamo di parcheggiare in una di quelle aree di sosta gratuite che trovi sulla strada, con tavolini, barbecue, acqua e....e però non ci siamo arrivati, perchè la strada era allagata.

E nonostante la voglia di andarci comunque fosse tanta, quel che ci ha fatto desistere è stato il primo cartello di quel tipo che ci aspettavamo di trovare piu' in là: “Attenzione Pericolo Coccodrilli”. (grazie a dio non abbiamo foto...)
Una notte sul ciglio della strada non è poi cosa tanto noiosa in Australia.
Il Silenzio regna comunque. Ovunque.

Buona notte

La mattina seguente siamo ripartiti alla volta di Kununurra, passando però per la seconda delle due città on the Way: Halls Creek.
Qui, come Fitzroy Crossing, non sembra nemmeno di essere in Australia. Ovvero, non nell'Australia che conosciamo. Insieme alla bandiera blu con le 6 stelline (mi pare 6...), sventolava di fronte al comune, una bandiera nera rossa e gialla. No, non la germania unita. L'Australia separata. Quella Abo. Nera alla base rossa al top con un sole giallo in mezzo. E tutt'intorno solo gente Abo. Tutti seduti a terra, in cerchio, vecchi e bambini, intenti a “riposare”.
Una strana sensazione, un'Australia colorata.
Dopo una sigaretta seduti anche noi a terra per rispettare il rito del fancazzismo siamo ripartiti. Dopo 15 giorni a Broome e un ponte allagato per forse due settimane era il massimo che potevamo concederci. Ma non mancherà occasione.
Passato Halls Creek lo scenario cambia ancora, ossia diventa piu' spettacolare. Ogni manciata di chilometri un torrente in piena,

i Kanyon si trasformano in Rangers (catene montuose?)

e i Baobab diventano dei cazzo di Baobab: enormemente enormi.

E le nuvole iniziano a prendere possesso del cielo. Nuvole immense, violacee, foffose. Ora, io non lo so come si calcola la percentuale di umidità, ma se dovessi dare una stima della situazione dovrei dire umidità 200%, due volte la soglia di sopportazione massima. E grazie a dio, dopo poco, tutto si bagna di pioggia torrenziale, omogenea, precisa, tamburellante. E Sneaky si trova ad affrontare i primi tratti allagati. 15, 20 cm di acqua. Tutto sotto controllo.

E piove, piove e piove ancora.
E d'altronde di che stupirsi? Te se vai in montagna d'inverno mica dici “toh c'è la neve....”
Presi in ostaggio da un'ascella impazzita io e la Dubix ci fermiamo sulla strada e denudati delle rispettive canotte ci lasciamo dolcemente massacrare da delle gocce giganti che affondano sulla nostra pelle. Dolorosamente eccezionale.

E sempre tra la pioggia battente abbiamo attraversato le porte di Kununurra, la terza città sulla strada, quella che sarà la nostra dimora in attesa del Victoria River Bridge. Una città aborigena, o quasi, che nasce in un'ampia gola tra due Kanyon. Una città...bagnata.
Parcheggiamo, entriamo nel primo Backpackers e inaspettatamente ma non troppo, di fronte a noi, al suon della marsigliese, ecco arrivare....

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