Io e Mao, alle nove di mattina del giorno dopo, ci siamo presentati al cantiere. Isolare le case non è propriamente il lavoro che tutti vogliono fare, tantomeno a Broome dove ci sono 40 gradi e il 95% di umidità. Roba da uomini. E io, per una volta, volevo sentirmi tale, volevo sentirmi come si sentivano i nostri nonni quando dopo la guerra sono partiti per le americhe: vestiti del loro orgoglio di lavoratori, con in pugno un pizzico di "nulla da perdere".
Russell, il proprietario ci ha fatto trovare ogni protezione stile 626 anche se qui magari si chiama 343 o 000. Indossati guanti, occhiali, mascherina e tutina bianca disinfestatore nucleare siamo saliti sulle scale abbiamo iniziato. Dopo mezz'ora i primi due litri di acqua a testa erano già stati bevuti e la mascherina era stata delicatamente riposta nella sua custodia originale. Dopo tre ore abbiamo provato a togliere la maglietta e strizzandola inaspettatamente abbiamo ritrovato quei famosi due litri precedentemente bevuti. Ma tutto sommato non ci si poteva lamentare, tutti erano carini, ci avevano messo a disposizione la radio e un tanicozzo di acqua gelata. "Fermatevi quando volete eh!" ci dicevano ogni mezz'ora Russell e Ben, un altro Ben, il supervisor dei lavori.
Terminata la prima parte del lavoro Russell ci fa vedere un nido di uccelli dicendo: "aspettate a mettere qui l'isolante, penso che tra un paio di giorni i piccoli saranno pronti a volare. Poi finiamo piu' in là". Verso le 13, quasi stremati dal caldo suona il cell. di Mao. Era la compagnia di perle, lo avevano preso e lo aspettavano nel pomeriggio per le visite mediche. Il destino ha deciso così.
Mao si ferma a Broome. For a while.
Arrivato a casa ho dato la notizia ad Erika e, richiamato il Boss per informarlo, al cantiere "abbiamo arruolato" Erika stessa. Ma fino a martedì, poi si parte. Un po' di soldo non guasta mai.
Tra tetti e sottotetti è passato anche il secondo giorno. Senza tutina però, meglio il prurito che la disidratazione. Il Week End al Backpackers (ostello) è passato con delicatezza, tra un tuffo in piscina e una passeggiata a Cable Beach. I tasselli del lungo viaggio lentamente si posizionavano al loro posto e nel frattempo siamo riusciti anche a scambiare quattro chiacchiere con dei ragazzi Francesi, quattro, anche loro in viaggio da un po', anche loro in attesa di partire.
Ignari di quel che poi sarebbe accaduto il lunedì seguente abbiamo ripreso a "faticare", decidendo di fermarci ancora un po', ancora un paio di giorni, forse tre, al massimo partire sabato. La nostra condizione di Italoalbanesi cominciava a piacerci, anche perchè nonostante il lavoro, venivamo trattati come arisocratici. Che bel paradosso. O forse è paradossale il contrario?
Il tempo stava cambiando, il sole era scomparso e l'umidità era diventata asfissiante ma il lavoro ora era piu' semplice essendo passati a isolare le pareti. Niente guanti niente tutina. Tutto "Nature".
Nel frattempo tra i francesi, uno aveva deciso di rimanere a Broome, in attesa di una chiamata da Perth per andare a costruire le tubature di cemento che vengono usate tipo per le fognature. Il suo nome è Julien, ma chiamatelo pure Ju-Ju.
Si lo so, in Australia trovi sempre dei lavori un po' così, ma per una volta tutti noi ci sentivamo un po' così. In ogni caso impari, sempre.
Verso mercoledì, sempre il Sig.Destino, ci ha mostrato i suoi piani. Nel nostro futuro c'era il ciclone Nicholas e con Nicholas non si scherza. E in attesa di Nicholas stesso, una pioggia a dir poco monsonica si stava mostrando in tutto il suo splendore, in tutta la sua irruenza, rinfrescando l'aria e ripulendo l'ambiente. E' la coda di Nicholas, ci dicevano, ancora non si sa se passerà di qui, in ogni caso scordatevi di partire il Week End, sennò ve lo trovate sulla strada. E la strada è allagata, almeno per i prossimi 1000 Km. Anzi, dal nuovo bollettino emergeva anche che il ponte del fiume Victoria, a 1.500 km da Broome, risultava sommerso. Nel frattempo, a ogni rientro al Backpackers, trovavamo i francesi, Alan Gaetan e Bernie, pronti a partire, ancora lì. Un giorno perchè si era rotta la pompa dell'acqua della loro jeep, un'altra per il filtro dell'olio, un'altra ancora per non so che cazzo, fatto sta che la settimana lavorativa era passata e ci trovavamo pronti a far la conoscenza del Sig.Nicholas, di vita breve ma intensa. Nel frattempo la pioggia continuava battente che quasi non vedevi a 200 mt da te. Verso le 17.30 di venerdì l'imprevedibile accade inesorabile: la Jeep dei francesi si mette in moto e Nicholas, il ciclone, decide di essere piu' interessanto alla costa a sud del WA e taglia per l'entroterra lasciando a Broome solo la sua coda di pioggia torrenziale. Peccato, iniziavamo ad affezionarci, sia ai francesi sia a Nic. Attendiamo l'ultimo bollettino: le strade sono pulite ma il ponte è ancora decisamente allagato. Si parla di 12 metri di acqua e considerando che il ponte è sospeso a 8, le previsioni erano che se al nord continuava a piovere così sarebbe rimasto chiuso per altre due, tre settimane. Al Backpackers tutti iniziavano a ridisegnare i propri piani, erano iniziate delle selvagge compravendite di Van, auto e biglietti aerei e a essere sinceri anche noi ci abbiamo pensato, ma data un'occhiata al ns cucciolo indifeso (Sneaky), abbiamo deciso di vedere cosa sarebbe accaduto. Fissata la nuova data di partenza a martedì, abbiamo salutato i partenti Gaetan, Bernie e Alan sapendo che on the way li avremmo sicuramente ritrovati (in attesa del ponte) e con Juju e Mao ci siamo assiepati a chiacchierare e sfumacciare un po', finchè un omone grande grande nero nero con la barba barba, vestito di un vestito tribale si è avvicinato al nostro tavolo e in francocreoloinglese fa: rua ccjeochej djea smoke?
Russell, il proprietario ci ha fatto trovare ogni protezione stile 626 anche se qui magari si chiama 343 o 000. Indossati guanti, occhiali, mascherina e tutina bianca disinfestatore nucleare siamo saliti sulle scale abbiamo iniziato. Dopo mezz'ora i primi due litri di acqua a testa erano già stati bevuti e la mascherina era stata delicatamente riposta nella sua custodia originale. Dopo tre ore abbiamo provato a togliere la maglietta e strizzandola inaspettatamente abbiamo ritrovato quei famosi due litri precedentemente bevuti. Ma tutto sommato non ci si poteva lamentare, tutti erano carini, ci avevano messo a disposizione la radio e un tanicozzo di acqua gelata. "Fermatevi quando volete eh!" ci dicevano ogni mezz'ora Russell e Ben, un altro Ben, il supervisor dei lavori.
Terminata la prima parte del lavoro Russell ci fa vedere un nido di uccelli dicendo: "aspettate a mettere qui l'isolante, penso che tra un paio di giorni i piccoli saranno pronti a volare. Poi finiamo piu' in là". Verso le 13, quasi stremati dal caldo suona il cell. di Mao. Era la compagnia di perle, lo avevano preso e lo aspettavano nel pomeriggio per le visite mediche. Il destino ha deciso così.
Mao si ferma a Broome. For a while.
Arrivato a casa ho dato la notizia ad Erika e, richiamato il Boss per informarlo, al cantiere "abbiamo arruolato" Erika stessa. Ma fino a martedì, poi si parte. Un po' di soldo non guasta mai.
Tra tetti e sottotetti è passato anche il secondo giorno. Senza tutina però, meglio il prurito che la disidratazione. Il Week End al Backpackers (ostello) è passato con delicatezza, tra un tuffo in piscina e una passeggiata a Cable Beach. I tasselli del lungo viaggio lentamente si posizionavano al loro posto e nel frattempo siamo riusciti anche a scambiare quattro chiacchiere con dei ragazzi Francesi, quattro, anche loro in viaggio da un po', anche loro in attesa di partire.
Ignari di quel che poi sarebbe accaduto il lunedì seguente abbiamo ripreso a "faticare", decidendo di fermarci ancora un po', ancora un paio di giorni, forse tre, al massimo partire sabato. La nostra condizione di Italoalbanesi cominciava a piacerci, anche perchè nonostante il lavoro, venivamo trattati come arisocratici. Che bel paradosso. O forse è paradossale il contrario?
Il tempo stava cambiando, il sole era scomparso e l'umidità era diventata asfissiante ma il lavoro ora era piu' semplice essendo passati a isolare le pareti. Niente guanti niente tutina. Tutto "Nature".
Nel frattempo tra i francesi, uno aveva deciso di rimanere a Broome, in attesa di una chiamata da Perth per andare a costruire le tubature di cemento che vengono usate tipo per le fognature. Il suo nome è Julien, ma chiamatelo pure Ju-Ju.
Si lo so, in Australia trovi sempre dei lavori un po' così, ma per una volta tutti noi ci sentivamo un po' così. In ogni caso impari, sempre.
Verso mercoledì, sempre il Sig.Destino, ci ha mostrato i suoi piani. Nel nostro futuro c'era il ciclone Nicholas e con Nicholas non si scherza. E in attesa di Nicholas stesso, una pioggia a dir poco monsonica si stava mostrando in tutto il suo splendore, in tutta la sua irruenza, rinfrescando l'aria e ripulendo l'ambiente. E' la coda di Nicholas, ci dicevano, ancora non si sa se passerà di qui, in ogni caso scordatevi di partire il Week End, sennò ve lo trovate sulla strada. E la strada è allagata, almeno per i prossimi 1000 Km. Anzi, dal nuovo bollettino emergeva anche che il ponte del fiume Victoria, a 1.500 km da Broome, risultava sommerso. Nel frattempo, a ogni rientro al Backpackers, trovavamo i francesi, Alan Gaetan e Bernie, pronti a partire, ancora lì. Un giorno perchè si era rotta la pompa dell'acqua della loro jeep, un'altra per il filtro dell'olio, un'altra ancora per non so che cazzo, fatto sta che la settimana lavorativa era passata e ci trovavamo pronti a far la conoscenza del Sig.Nicholas, di vita breve ma intensa. Nel frattempo la pioggia continuava battente che quasi non vedevi a 200 mt da te. Verso le 17.30 di venerdì l'imprevedibile accade inesorabile: la Jeep dei francesi si mette in moto e Nicholas, il ciclone, decide di essere piu' interessanto alla costa a sud del WA e taglia per l'entroterra lasciando a Broome solo la sua coda di pioggia torrenziale. Peccato, iniziavamo ad affezionarci, sia ai francesi sia a Nic. Attendiamo l'ultimo bollettino: le strade sono pulite ma il ponte è ancora decisamente allagato. Si parla di 12 metri di acqua e considerando che il ponte è sospeso a 8, le previsioni erano che se al nord continuava a piovere così sarebbe rimasto chiuso per altre due, tre settimane. Al Backpackers tutti iniziavano a ridisegnare i propri piani, erano iniziate delle selvagge compravendite di Van, auto e biglietti aerei e a essere sinceri anche noi ci abbiamo pensato, ma data un'occhiata al ns cucciolo indifeso (Sneaky), abbiamo deciso di vedere cosa sarebbe accaduto. Fissata la nuova data di partenza a martedì, abbiamo salutato i partenti Gaetan, Bernie e Alan sapendo che on the way li avremmo sicuramente ritrovati (in attesa del ponte) e con Juju e Mao ci siamo assiepati a chiacchierare e sfumacciare un po', finchè un omone grande grande nero nero con la barba barba, vestito di un vestito tribale si è avvicinato al nostro tavolo e in francocreoloinglese fa: rua ccjeochej djea smoke?
Il Cantiere
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