martedì 29 gennaio 2008

Kim

Arrivati a Carnarvon abbiamo subito percepito una sorta di disagio sociale. Era la prima volta che ci trovavamo in minoranza. Mi spiego, la prima volta in cui te, bianco, non sei propriamente a casa.
Perchè a Carnarvon, primo polo della pesca del W.A., primo polo della banana e mango del W.A., gli aborigeni servono. O perlomeno questa era la sensazione in quel momento. Forse errata alla fine.
Attraversiamo la strada principale finchè muore in mare. Osserviamo la baia. Una lunga lingua di terra che termina in un'isola. Sabbia gialla, mare verde balena. Sofisticate ville in lussureggianti palme. Piu' in là lottizzazioni e case postpionieri si estendono ben disposte per qualche centinaio di metri. Un cubo di cubi di cubi di cemento. Ma non brutto. Vivo.
Da quel che ho sentito, gli aborigeni tuttora preferiscono dormire in giardino. Ed è per quello che quel posto risuonava vivo. Con bambini biondi dalla pelle scura attraversare correndo la strada e padri piu' o meno in carne discutere da un giardino all'altro. Con donne che passeggiano in gruppo sul ciglio della strada.
Perchè tutti lì? E' la seconda cosa che ti domandi.
E mentre continuavamo a cercar di capire qualcosa di una città semideserta ma gremita alla periferia ecco arrivare un uomo barcollante con cappello da Cow-Boy calato e barba folta bianca.
- Ciao ragazzi come va? -
E' ubriaco pensiamo tutti. Mmmhh lasciamolo parlare.
- Sono venuto a raccontarvi un poema. Posso? -
- Si certo! - rispondiamo noi, tra il diffidente e il basito.

Ora ovviamente non vi sto a raccontare sui poemi (tre in tutto, con dedica alla beautiful lady che viaggia con noi, il mandrillone...) che tanto difficili erano da capire quanto meravigliose erano le parole che sgorgavano da quella bocca. Recitava guardandoci negli occhi, attraverso quel cappello calato.
Quel che posso dire è che qualunque poema, canzone, musica di strada esige un'offerta. E così è stato. Ma non vedetelo come un barbone ubriaco in cerca di soldi, ma come un'artista che vive del suo lavoro. Almeno aspettate la fine.
- Ma dimmi – esorto io – sei qui con noi da un po' e ancora non sappiamo il tuo nome -
Lui abbassa lo sguardo, si gonfia tutto. Sorride, si tira su le maniche, si toglie il cappello, si mette bene i capelli e allungando il braccio fa: - scusatemi ragazzi, che cafone, non mi sono nemmeno presentato, è che....ehm...mi chiamo Kim. Sono un bushman del Queensland e viaggio così rudemente.
- Come mai qui allora, così lontano - Lui esplode in una fragorosa risata e fa – La gente mi guarda e mi parla pensando che sia bianco. La mia gente mi guarda e sa che sono un black boy. Sono qui perchè sentiamo il bisogno di stare assieme.
Gelo. - Non vi preoccupate ragazzi, non vi disturbero' oltremodo – fa lui – tra poco me ne vado.
- Oh no, siediti pure qui, nel van -
E mentre lui felice e sempre barcollante fa per assieparsi esclama – Mhhh la storia di un grande uomo italiano che ha cambianto il mondo. Messer Marco Polo. Chi lo sta leggendo?
- io – esclamo (Andrea)- Lo conosci?
Lui mi guardandomi serio fa: sono nero mica stupido! - e scoppia in un'altra clamorosa risata monodente (eh si ne ha uno). E mentre tutti ridiamo, lui riprende: si, l'ho letto in galera.
Ghiacciai perenni.
- ma tranquilli...ho letto anche la bibbia...tre volte....HAHAHAHAHA – E' il libro che va piu' di moda, da quelle parti lì... -
sono un bravo ragazzo, io, solo mi piace bere. E nella bibbia è scritto che il vino è santo. Quindi non faccio nulla di male -
Il paradosso di Carnarvon. Io battezzato cristiano non credente affatto non ho comunque mai letto la bibbia, manco una volta. Come posso dire di non credere in qualcosa che non conosco?
Io apprendista viaggiatore mi sto accingendo, giusto ora, a conoscere un po' piu' del mio passato, un po' piu' della nostra storia, attraverso le gesta magnifiche di Marco Polo. Il milione. Il Vangelo dei viaggiatori.
- e mi fumo pure l'erba, mica faccio male a nessuno – Ma non andro' oltre, perchè non posso raccontare davanti a una così beautiful lady cosa mi hanno fatto, cosa hanno fatto alla mia gente e ai nostri bambini. Non fanciulla, non te lo meriti.
- Ora vado a bermi un drink ragazzi. Ci vedremo. Un giorno. Magari mi trovate camminare sulla strada per il nord. Allora lì, mi dovrete un passaggio! -

Precisazioni:
Con questo breve scritto non ho voluto schierarmi con nessuno, nè offendere alcuno che possa sentirsi coinvolto direttamente o indirettamente.
Ho semplicemente voluto riportare una storia che mi è stata raccontata. Come ho raccontato e racconterò ancora di storie di adorabili australiani.
Pertanto non crediate in una verità assoluta, nè ho la conoscenza per esprimere alcuna opinione, ma sono convinto che la verità è sempre e comunque l'insieme di tutti i punti di vista.
Ecco, quel che ho voluto lasciare è semplicemente un punto di vista.

domenica 20 gennaio 2008

Il Paradiso puo' attendere

- Day 1 -
Dopo qualche giorno a Kalbarri eccoci pronti a ripartire direzione nord.
Una lunga striscia di asfalto dritta e in leggera salita in mezzo ad assolutamente nulla. O meglio, se si possono chiamare alberi quei cespuglietti semieucaliptici di un metro e mezzo che costeggiano il linguone di asfalto allora si, abbiamo viaggiato in compagnia di cespuglietti eucaliptici. Ovviamente noi che non ci facciamo mancare niente il giorno della partenza ci siamo alzati con calma verso le 8.30, solito rito della caffettiera monodose, un'occhiatina a un paio di look-out in un parco nazionale ed eccoci pronti ad affrontare il semideserto ovviamente alle 12.00 spaccate. Quattrocento chilometri in piena estate ormai a cavallo del tropico del capricorno sono ovviamente il meglio che uno (o meglio tre) col Van possono auspicare. Verso le 13.30, ho avuto la pazzerella idea di controllare il termometro comprato ad Albany al negozio 2$: 38 gradi. Dentro ovviamente. Ci guardiamo. Ci giriamo. Vistose perdite di liquidi sui sedili. Acqua, presto! Iniziamo a sentire pesantezza agli occhi e una leggera evaporazione generale. Beviamo ancora e così, per non pensarci su, cannino.
Io non so come spiegare una strada Australiana. Intanto potrei dire che non esistono gallerie. Quindi potrete immaginare che è un continuo sali e scendi, ma sali sali sali, e quando sei su, eccoti di fronte i prossimi cinque minuti della tua vita. Rifletti un attimo e ti lanci giu' come in quei sogni dove sogni di cadere nel vuoto...fatto sta che sali e scendi sali e scendi, siamo arrivati a Monkey Mia. Ovvero, 40 km prima, in una delle spiaggette che trovi on the way. Quantro chilometri di effetto-shaker (sterrato) e di fronte a noi il Paradiso. Piante di mangrovie, sabbia bianchissima di conchiglie frantumate, acqua verde e man man che guardi l'orizzonte diventa turchese, scogli sulla sinistra, baia sulla destra. Selvaggia. Disabitata. Venticello leggero. Tramonto grigioroarancio in corso. Orgasmi profusi.










Parcheggiamo ovviamente tra le mangrovie. Scendiamo ci accucciamo per attraversarle e di fronte a noi di nuovo il mare. Oceano. Docile Indiano. Svenimenti profusi. Torniamo indietro, iniziamo a parlare del culo e del controculo quando veniamo letteralmente attaccati da uno sciame kamikaze di fanatiche zanzare tropicali. Un inferno. Schiaffi e pugni contro tutto e tutti. Schizzi di sangue. Cadaveri dappertutto. Una Caporetto. Saltiamo sul Van e contiamo i feriti. 15. 15 fastidiosi becconi ciascuno. Si, era giunto il momento dell'arma segreta. Ci spruzziamo l'autan anti aerei tropicali in ogni dove, Mao salta felino sul tetto e inizia a srotolare l'enorme reteantizanzara inculata alla fattoria, poi taglia le corde con la sua lama e me le passa. Le impugno e inizio a bruciarne le punte come antisfilacciamento. Passo le dita a stringerle e perdo tre strati di cute. Taccio, c'è altro da compiere. Passo le corde a Mao che inizia a fissarci la reteantizanzara. Imrpovvisa nodi da manuale, spergiurando che illo tempore fu un temerario Lupetto, io che domando i motivi del suo acquisto del libricino dei nodi di tre giorni fa al mercato dei Lions di Geralton (pensa come stamooooo) E' pronta, srotoliamo. Fissiamo la rete coi sassi, entriamo nel Van e addio zanzare. O così si pensava. Dopo un quarto d'ora il vento, che al tramonto cresce fino ad arrivare a velocita da Bora triestina, ha già spostato tutti i sassi che fissavano la rete, ma, sorpresa, nessun attacco volatile.
Chiaro!!! Quando mai mosche e zanzare attaccano col vento? Smontiamo tutto, partita a Burraco e ninne umide.
- Day 2 -
La mattina ci alziamo di buon'ora e mentre Mao cerca di svegliarsi io e Erika iniziamo a passeggiare lungomare circumnavigando degli scogli meravigliosi dove onde verdesmeraldo delicatamente si infrangono. Memori della "stagione neozelandese" (qualcuno ricorderà) inizia la caccia serrata alle cozze, ma a parte un paio di ostriche vuote il nulla. Mentre passeggiamo vediamo che Mao è sulla punta di un alto scoglio a petto in fuori. Osserva l'orizzonte, il temerario conquistatore di lande sperdute. A un certo punto però, inizia a sventolare le braccia, gira i tacchi, inizia a correre forsennatamente, si blocca, fa ancora cenni, scaglia un sasso verso l'ignoto, riprende a fuggire ciabattando nervosamente. Sconcertati osserviamo la scena senza capire. Dal nulla ecco spuntare un Ariete inselvatichito con corna decisamente acuminate. E' infuriato. Mao il conquistatore si arrende e fugge via. Noi proseguiamo la nostra passeggiata da "Laguna Blu" e con calma torniamo indietro. Sembra quasi di essere all'Isola dei Famosi. Mancava solo la telecamera del Cico :)
Mentre ci affacciamo alla nostra spiaggia sentiamo un lamento in lontananza: - Ragazzi!!! Oh!!! Il caprone non mi molla, è un'ora che sto sul tetto del Van! Iniziano gli sfotto' ad alta voce. Manco a farlo apposta dal Bosco di Mangrovie esce il Dio degli scogli, l'ariete medesimo, che probabilmente sentitosi irriso decide di caricarci. Santo mare! Io e Erika ci rifugiamo nell'acqua e lui si ferma lì, davanti a noi, con gli "ongulati" a mollo. Fregato! Decidiamo di rilassarci un po', tanto stiamo in paradiso, il resto puo' attendere. Mentre studiamo il nemico (e lui noi) ecco sbucare dal bosco medesimo Mao in mutande decisamente trafelato che corre in acqua da noi.
- Oh ragazzi, il cornuto non mi molla -
- Ma si – faccio io – si stancherà. Intanto troviamogli il nome. Secondo me è Yellow Pecora che rispunta dal nulla (altri aneddoti neozelandesi). Approvazione all'unanimità.
Passata un'altra ora iniziano i crampi di fame e l'accartocciamento cutaneo tipico da ammolli prolungati. Studiamo il piano d'attacco. Io vado di fronte a Yellow Pecora (per comodità da ora Y.P.) e lo distraggo un po'. Lui tenta un paio di affondi nell'acqua ma tra i due chi nuota meglio sono io (una rarità! piccole rivincite generali). Iniziamo a belarci contro reciprocamente e mentre lo distraggo Erika prova la dipartita.
- sono al van! - Urla lei.
E' salva. Irrido un po' YP e torno negli abissi (30 cm di acqua)
Nel frattempo camminando osservo il fondo trasparentissimo. - Mao!!! Ho trovato una vongola -
- Petta che guardo anch'io. Pieno!!!!! -
Per qualche attimo gioia e stupore aleggiano nell'aria. Poi inizia la caccia spietata. Non una verrà lasciata in mare! Dopo un'ora (e un paio di chili di conchigliame) decidiamo di far ritorno al campo base, ma YP, inaspettatamente, è sempre lì ad attenderci.

Brain storming generale. Ci dividiamo, Mao direzione baia, io direzione Van. YP torna al suo primo amore: Mao. Sono salvo. Salgo su Sneaky, metto in moto e vado dritto alla baia. Mao è già lì. Ovviamente in tenera compagnia. Mi consegna il bottino e decide di instaurare un'amicizia con YP. Tenta l'approccio un paio di volte, rischia di essere infilzato, svolta a sinistra e ci raggiunge al Van. Nel frattempo YP sembra disorientato, studia il tracciato, trova una via e si avvicina. Mao balza sul tetto, noi nel van e ci chiudiamo dentro. YP tenta di entrare un paio di volte per gli ingressi convenzionali senza successo allora si limita semplicemente ad assediarci.
Un'altra ora vola via, nel van, verso mezzogiorno, ci sono 40 gradi. Mao è in mutande sul tetto. Senza protezione. Tentiamo l'approccio bonario. Il cibo.
YP accetta la ns offerta del pane, qualcuno propone di adottarlo. Gli altri acconsentiscono e pensano a come stockarlo nel Van fino a Melbourne. Sneaky inorridisce. Noi sempre piu' convinti riprendiamo la familiarizzazione con YP aprendo il portellone laterale, ma mentre Erika si appresta a cibarlo teneramente con l'ultima fetta del ns pane, YP prende la rincorsa, imbraccia le corna e cerca di farsi breccia tra la porta socchiusa. - Boooom! - che botta!
In preda alla disperazione (e disidratazione) metto in moto Sneaky che all'occorrezza si è rivelata sempre pronto, urlo a Mao un "tieniti forte!" e parto.
Ora mi immagino se per caso qualcuno era su uno di quegli scogli. Non deve essere stato male osservare un Van sulla spiaggia con uno uomo in mutande sul tetto correre a otto a velocità sostenuta mentre viene incalzato da un Ariete con due coglioni penzolanti grandi come una borraccia.
Per una frazione di secondo un pensiero attraversa la mia mente: "forse usano quelle, i beduini nel deserto, che li vedi sempre con ste borraccione de pelo!" Ma torno subito alla realtà. C'è una missione da compiere. Urlo a Mao di scendere al volo, sale in macchina e corriamo via dall'isola dei famosi infestata di pecore (mmmhhh, interessante...) con YP al seguito che molla la presa solo all'incrocio con la statale. YP 10 Italia 1 (Sneaky migliore in campo 7).
Con Vongole al seguito,
ci dirigiamo a Denham, l'unico paesello nel raggio di 150 km. Approfittiamo della gita per dare un'occhiata al luogo, fare una doccia in una delle solite aree di ristoro gratuite, compriamo il prezzemolo per il Soutè e torniamo fiduciosi al campo base.
Nessuna traccia di YP. Un altro Van è appostato in una delle spiaggette della Baia. Parcheggiamo e a piedi andiamo ad avvisare i compagni del pericolo (a Denham Erika e Mao erano andati ad avvisare l'ufficio informazioni della presenza di un Ariete coi controcoglioni a Fowler Beach. Grande risata del personale che informa che tutta la zona è piena di innoqui arieti). Appena detto loro, ci rendiamo conto di quanto possa essere stato ridicolo ascoltare la ns storia e tra avvisaglie di risatine torniamo indietro e iniziamo la cottura del mollusco. Dopo il danno, la beffa.
Presi dall'esaltazione della pesca ci giuriamo disposti a tutto pur di conquistare il territorio e far schiavo YP. Ma mentre le vongole iniziavano ad aprirsi, paranoie varie si spargevano a destra e manca.
- e se non fossero vongole – e se fossero velenose? -
L'odore in effetti non sembrava dei migliori. Erika si propone come gourmet, ne assaggia un paio e prima che proferisca parola ripieghiamo sul salvavita per antonomasia: ajo ojo pep. Il prezzemolo ce lo avevamo fresco...in riva al mare osservando il tramonto....
Tutti bruciacchiati dal sole si fa il letto, si gioca a Burraco e mentre ci si appresta a mummificarsi sentiamo un rumore in lontananza. E' mezzanotte, buio pesto e prima luna crescente, ma non tardiamo a vedere due fari seguiti da un Van correre via dal ns paradiso. YP ha colpito ancora.
Avvisaglie di forti risatine in Sneaky. Vendetta verso i malfidati si è compiuta.
- Day 3 -
Ci alziamo presto, sono le 6. Destinazione Monkey Mia. Destinazione avvistamento Delfini. Prepariamo un caffè, sistemiamo il Van alla bell'e meglio, osserviamo fuori.
Yellow Pecora
Sciabole pronte e coglioni vibranti. Sconforto generale. Beviamo il caffè e diciamo addio a quel che volevamo essere la nostra casa. Senza nemmeno scendere dal Van. YP tutto Italia zero.
Arrivati a Monkey Mia,
ci accorgiamo che la cosa dei delfini è un po' turistica, ce li guardiamo un po', arrivare dall'oceano, cibarsi e scomparire. Fa effetto comunque. Perchè nuotano quasi ai tuoi piedi. Decidiamo di rimanere lì nella spiaggetta dopo con la speranza come tutti i turisti, di essere avvicinati spontaneamente. Ovviamente non ci ha cagato manco mezzo delfino ma la giornata si è rivelata fantastica. Il Mare è assolutamente meraviglioso, cristallino, verde acceso e pieno zeppo di pesci e razze che ti nuotano tra le gambe. (nel caso di Erika un serpente di mare di un metro tipico di qui le è passato giusto sopra la schiena).
Ma senza possibilità di campeggiare. Ritorniamo indietro, in un'altra spiaggetta però. Whalebone beach. Il nome non rassicura ma siamo stanchi ed è tardi. Parcheggiamo, scendiamo e di fronte a noi uno squaletto di un metro morto. Non si proferisce parola. Si svolgono i soliti rituali e si decide, l'indomani, di partire. Destinazione "colonia di Stromatoliti" e Carnarvon.
- Day 4 -
Arrivati alla piu' grande colonia al mondo di Stromatoliti,

iniziamo a capire, passo passo, la loro importanza. Immersi in una pozza di mare così bella che mai ho visto in vita mia ci sono queste rocce che rocce non sono. Sono batteri. Sono la prima forma di vita sulla terra, quelli che hanno creato la vita. Perchè in milioni di anni hanno rilasciato così tanto ossigeno da poter permettere alle altre specie di evolversi sulla terraferma. Cazzo, sono di fronte a mio nonno. Massimo rispetto. E davvero ti ci senti al cospetto. Ora sono una fragile colonia che solo in un posto come l'Australia poteva sopravvivere e forse anche proliferare.


Ci sediamo sul pontile a osservare. E' tempo di una sigaretta. E di ringraziare.



On the Way:
















Pinnacles Desert
Kalbarri N.P.
Shell Beach

lunedì 14 gennaio 2008

See u later Farm!


Scrivo da un internet point di Kalbarri, 600 km a nord di Perth. Il grande viaggio e' finalmente iniziato. Prima di nuove avventure, sembra doveroso rendere omaggio all'incredibilmente bel posto che ci ha ospitato per piu' di quattro mesi: la Farm

A prestissimo!

E&A
















































































giovedì 10 gennaio 2008

Quando il caso...(lasciamolo lavorare in santa pace)

Carissssssimi!!!!

E mo' da dove comincio???

Diciamo che siamo di nuovo a Gidgie, ma di passaggio. Diciamo anche che per testare il Van prima della lunga via siamo andati un po' giu', al sud. Diciamo infine che porca troia il piccolo (da oggi Sneaky) va come un furetto.

E ora siamo di nuovo a Gidgie, a impacchettare un po' tutto quel che rimane dei nostri stracci ma soprattutto a terminare quella che sarà la nostra casa per i prossimi due mesi. Sneaky appunto.

Noi fanatici del vintage un po' taccagni, per gli interni abbiamo rimediato della stoffa avanzata quando hanno arredato la cucina di Roger (20 anni fa), tinte e colori errati degni della migliore Barbie, siamo riusciti a far nostra una moquette rimossa per troppa umidità e trasformarla in un soffice tappeto dove lasciar resto alle nostre povere ossa, per non parlare di quando, casualmente, siamo andati a Midland esattamente il giorno (c'è ogni sei mesi) in cui tutti mettono fuori alla porta le cose che non servono piu' (grandi spese ai magazzini generali), fatto sta che man mano che si procedeva una forma di terrore prendeva possesso dei nostri corpi così ligi al vintage ma ancor piu' al budget. Talmente tanto eravamo spaventati dalla sindrome da arredamento alla Sandy Marton che l'abbiamo involontariamente sposata. Da qui il nome Sneaky. Ora, il povero giovanotto roccioso del W.A. prenderà le vesti della balera Gay anni '80 e verrà ahimè svergognato in lungo e largo nella terra che lo ha visto crescere. C'è chi nel gruppo suggeriva di costruire un paio di occhiali giganti da mettergli fissati sul muso intorno ai fari e c'è chi ci ha pure creduto (io).

Anyway, stiamo ramazzando come dannati che si doveva partire il 27 dicembre e invece forse si prende il via domani.

Tuttavia, la settimana delle “meritate vacanze” ha dell'incredibile. La prima meta è stata Albany, davvero a sud, dove ci aspettava una antica casetta giusto sul mare della quale Zio Roger, che non ci fa mai mancare niente, ci ha dato le chiavi.

Si intenda subito. Per antica in Australia si intende qualunque cosa abbia piu' di 60 anni...e lei ne ha 65! Sarà stato per il suo gusto vagamente russo, sarà perchè tutte le altre erano delle ville della madonna di recentissima costruzione, ma la piccola vecchietta era lì ad aspettarci e noi l'abbiamo riconosciuta immediatamente. Quattro madonne per acqua corrente e riscaldamento (mai partito) e subito ci siamo insediati. Posso affermare che sono stati tre giorni di tranquilla villeggiatura e turismo, animati solo da un controllo dell'alcool alla guida da due gentilissimi poliziotti. Grazie a Dio negativo. Finiti i luoghi da “poter visitare” è sorta in noi autonomamente la voglia di provare subito il Van, cosicchè ci siamo lanciati in direzione Perth ma per la via piu' lunga, passando una notte in una fantastica foresta di Red Tingle (alti fino a 70 mt!) noi e tutti quegli animali che sai che ci sono ma che mai vedrai tutt'al piu' sentirai (pungere). Un silenzio forestale.

La mattina seguente, dopo il rituale del caffè (moka da uno ndr) siamo partiti per andare a Northcliffe, pensando di stare per qualche giorno a casa di Lou. Le chiavi le aveva la sorella. La sorella non ha mai risposto al telefono. Un po' ce lo aspettavamo, un po' lo volevamo, fatto sta che abbiamo chiamato Bernie (ve la ricordate? Si, Bernie! Quella che in Tasmania ha vissuto sulla cima di un albero per protestare contro il disboscamento, si, quella che è stata gentilmente invitata a lasciare la Tasmania, proprio quella che l'ultima volta che ha avuto la patente era quando stavo facendo gli esami di maturità? Ecco, dopo un po' di tempo passato nel countryside di Perth in una roulotte è tornata a Northcliffe perchè qui a Gidgie non è abbastanza Countryside) la quale ci ha subito invitato ad andare da lei. Fantastico. Tutto ci si aspettava tranne che trovarla in un posto meraviglioso, in una casa di pietra e legno nel bosco, convivere innamorata con un uomo.

Mentre ci raccontava le sue ultime novità ecco entrare un uomo barbiforme dallo sguardo celestiale con un fucile in mano e un sorriso di quelli che ti sciolgono come un budino.

  • Ciao, io sono Dough – esclama appoggiando l'arnese – scusatemi, è che i pappagalli si stanno mangiando tutte le albicocche.

  • Dough – fa Bernie - vai a prendere qualcosa per i ragazzi -

E mentre sorseggiavamo un tè eccolo tornare con una busta in mano

  • Dalla a Erika, dalla a Erika, non puoi credere che canne che fa! -

Ragazzi, io adoro l'ospitalità australiana.

Quindi, raccontanto un po' le nostre cosette e familiarizzato, Dough propone: “ragazzi che ne dite se andiamo a pesca e poi facciamo un Barbie qui al monte Chondalup?

Io mi lancio, Erika accetta, Mao è restio. Bernie è saggia.

Compra le salsiccie. Per il non si sa mai.

Arriviamo alla spiaggia, un mare con delle onde della madonna e degli scogli ricoperti da una folta giungla da scalare. Le ragazze si fermano a pescare in spiaggia, noi eroi andiamo incontro al nostro destino, a combattere per il nostro cibo, sfidando anche l'oceano se necessario.

Dopo un quarto d'ora arriviamo al punto preciso. Una roccia sopra uno strapiombo con le onde che sbattevano violente qualche metro sotto i nostri piedi. Dough monta la prima canna e la da me, non fa in tempo a finire di montare quella di Mao che la mia si è già impigliata nella roccia. Stacca quello, finisci quell'altra, Mao inizia ma mentre Dough si sta per montare gli si impiglia pure la sua, e Dough con dolcezza lo aiuta, come aiuta me subito dopo a rimettere l'esca. Riprende a montarsi la canna, noi continuiamo a pescare rocce ma per non fare ulteriori figure di merda taciamo. Finalmete inizia a pescare pure lui (dopo 30 minuti di rotture di palle poraccio) e prende subito qualcosa, di grosso sembrerebbe, lotta per un po' tira, lascia, tira e taglia la corda.

  • Che succede? -

  • Era uno squalo, troppo grosso per questa attrezzatura

Io e Mao ci guardiamo ed esaltati tentiamo di rimetterci in carreggiata e dopo altre tre quattro impigliate è iniziato a piovere. Smonta tutto, metti le rocce le borsa, rifai la scalata ed eccoci in Spiaggia.

  • Salsiccie?- Fa Bernie

  • Noi abbiamo il Ketchup! - Fa Erika!


La mattina dopo, sempre dopo il rituale del caffè (quattro ora) iniziamo a parlare di lontananza, di viaggi, di filosofia di vita, le solite stronzate radical-chic di cui parliamo noi nulla facenti,alla stupida domanda: ma sei nato qui? Iniziamo a conoscere Dough, che già avevamo capito che è un uomo di altra specie.

  • Io sono di Melbourne – risponde

  • e come sei finito qui? -

  • il mio primo viaggio è stato andare a Perth – In autostop. Per attraversare il Nullarbour (il deserto del sud) ci ho messo una settimana. Stavo andando a Perth per prendere un volo.

  • Ah! e per dove?

  • Londra, poi sono andato in Germania, poi mi sono rotto le palle e sono andato direttamente in Turchia. La mia idea era attraversare l'oriente a nord. E così è stato -

  • Ma va? E dove sei stato? -

  • Eh tutta la fascia nord, Turchia, Afganisthan, Pakistan, India, Bangladesh, con mezzi di fortuna-

  • Però, e negli anni 70...bello lungo... -

  • un po', tre anni...-

E qui ti casca qualunque cosa, noi piccoli eroi australopitechi in cerca di avventure che la piu' sfrenata puo' essere dormire una notte nei boschi (e già ci sembra parecchio).


  • ma veramente??????-

  • e cosa vuoi che sia – fa lui – pensa che un mio compagno di viaggio se l'è fatto in groppa a un asino, è riuscito pure a attraversare l'inviolabile confine del Bhutan! -


Che grande Dough, umile e sensibile. Un uomo in pace.


Alla fine parla che ti parla, mangia che sennò mangio tutto io, si è arrivati a sera tardi e un'altra notte da Dough e Bernie è passata. Tra le varie cose abbiamo saputo che Dough la prima volta che venne a Perth per prendere il volo (in autostop) si innamorò del WA e decise quindi di tornarci, dove trovò quella terra che ora è sua, dove si è costruito la sua casa di pietra da solo. Quella casa dove ormai vive da 26 anni, dove l'elettricità ce l'ha grazie ai pannelli solari e delle batterie da camion, dove l'acqua è piovana (e calda ce l'hai solo se accendi il fuoco), che ha il cagatoio come 60 anni fa: in giardino (senza porta né sciacquone per intenderci). Dove si vive in semplicità, in armonia, quasi in contemplazione. Niente noia, niente povertà, nulla di tutto cio'. Semplicemente pura meditazione.

Ora siamo qui, di nuovo alla fattoria, a dire ciao a tutto cio' che ci è stato attorno per piu' di quattro mesi, luoghi e amici, gioie e dolori, donne e motori. Tutto tranne noi. E Sneaky, che dopo l'Extreme Make-Over ruggisce come non mai, pronto a divorare asfalto.

Melbourne, arriviamo!!! (con la solita calma eh!)

Per altri ragguagli e punti di vista sulla nostra settimana Down-South www.lupakkio.blogspot.com

See ya!



Spiaggia dietro casa (Albany)


Spiagge ad Albany

Durante la strada

Al risveglio nella foresta

Esplorando giusto un po'

Battuta di Pesca

Facendo un po' il figo

Sneaky scalpitante (notare letto a scomparsa)