lunedì 1 settembre 2008

Neighborhood

E' successo che un sabato pomeriggio Lago si era calato nei panni dell'irrequieto-isterico, di quelli quando sbuffi e accavalli le gambe ogni 12 secondi e soffi e ti dimeni finchè qualche anima pia ti accontenta per pura compassione? Erika è risorta dalle ceneri del suo pisolo ululando: “Aaaaaaaaaaaaaaah, andiamo a quel cazzo di Lago!”. Che non sono io, è il Lago. Solo che si chiama Lago e basta, perchè dopo tre anni ancora non si riesce a pronunciarne il nome figurarsi memorizzarne il nome. Quindi lo si è sempre chiamato così: cazzo di Lago. Il cazzo di Lago (ooops!) si trova a circa 15 chilometri da qui, giusto una traversa del nostro stradone. Si attraversa un frondoso bosco di red e white gum e giust'appena nel paese di Chidlow si gira a destra, si passa il macellaio, si scende ancora un po' e si trova l'entrata sulla sinistra. Parchggiamo la Ute all'interno (ora come ve la spiego la Ute, diciamo che la Jeep è a riparare e in cambio usiamo codesta Ute ex di Nigel, una sorta di Fiat 131 con la parte passeggeri mozzata, un sedile unico per due e mezzo (?) e un carretto della grandezza di 3 metri per 2 incollato sulla struttura che I parcheggini ti escono una meraviglia. Bianca ovviamente), parcheggiamo la Ute dicevo e salendo un docile dossetto ecco a noi apparire il Lago, lucente e profondo, bagnato di grigio e ocra. Tutt'attorno una passeggiatina. Che io e la Dubaxys mia (l'altra era parcheggiata generosamente a casa a causa del 2 e mezzo sedile) la si facesse, la passeggiatina, non vi era ombra di dubbio. Eravamo lì per quello, a casa scalciavo un pochettino tipo poppantello per avere il mio primo, super incommesurabile sabato pomeriggio da lavoratore del luogo. Una sorta di capatina a Campo 'de Fiori insomma. Rigorosamente prima del tramonto.

Teneramente mano nella mano ci addentriamo nel bosco, alla scoperta dei fiorellini e degli uccellini che abitano le coste argillose di CazdLag. Un po' ri(m)bambini. Io mi sentivo una sorta di timido personaggino col moccio al naso di non so bene che fiaba, mentre Erika la riconoscevo benissimo, era la bella biancaneve un po' addormentata nel bush, con tanto di muscolaccio avvisamalintenzionati in bella vista. Imperiosa avanzava a saltelli come una farfalletta e di fronte a lei la mela del peccato, pure un po' avvelenata, si incarnava costantemente nel fiorellino, lo colgo o non colgo, quel fiorellino protetto tanto bellino che lo sbatto in vaso e vedi come mi cresce bene tutt'attorno al....si, siamo nel momento della fissa per il Cottage, diciamo da “ringiovanire” un attimino e...quindi...ehm...ma andiamo per ordine. Passo dopo passo le moltitudini di flora esplodevano ai nostri fianchi rilasciando essenze di profumo dolcissimo e costantemente in mutazione al nostro incedere stesso. Non solo una scia, no...

Piccoli lampi di giallo lana e seta, lilla timido candido bianchetto catturavano I nostri occhi e io e la Dub ci osservavamo di sottecchi e appena l'uno scopriva un fiorellino nuovo esclamava l'altro “Ohhh” con gli occhi sgranati e la mano calata sulla bocca, un po' per pudore un po' per timidezza. Per una quattrina di chilometri perchè ovviamente facendo tappa dalle parti chi l'ha guardata la lunghezza del percorso. Quattro chilometri pero' di liete sorpresine profumate, con una palude in bella vista e con amichevole tappa a casa di un uccellozzo di mezzo metro agile come un passero tipo appollaitato su di un ramo, con un collo lungo quanto un mestolo da cucina e con un becco 'sì lungo da potersi spuderzolare il retro in un battibaleno.

Un figurino.

La passeggiata si è conclusa in un'oretta, con una nota riflessiva alle spalle. Quando ne avremo abbastanza dei numerosi ospiti che ci verranno a trovare numerosi così far-away, lì sbatteremo al campeggio del cazzo di Lago, che è proprio un posto supercarino!!!



Erika e il Lago


Erika e i Laghi

Nel boschetto...





Mimosette

Whititudine di fiori

Fiore di carta (notare l'ongula sozza)

Campanelline dell'ammmore

Natura morta

Controlaghetto





Paludine

Xanthorrhoea Preissii e Duhborrhoea Latinensis

L'uccellaccio

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