lunedì 28 aprile 2008

Terroristi per caso

Era la mezzanotte del 25 aprile e mentre salivamo sull'aereo che ci avrebbe portato in Italia una vocina all'altoparlante dice “ il Sig. .... è pregato di recarsi urgentemente all'imbarco”.

Guardo l'orologio, siamo un po' in ritardo ma non troppo. Strano. Mi richiamano. E poi ancora. Arrivo al desk e un uomo della sicurezza mi chiede di seguirlo. “ un bullet, un bullet” esclama in un fantomatico inglese. Io abbozzo, che significa un proiettile? Andiamo in uno scantinato e di fronte a me trovo lo zaino di Erika. Mi chiede di aprirlo e dentro...c'è un proiettile!

report, report!” incalza il para agente. Questa è un offesa, attentato! Io strabiliato raccatto lo zaino e lo seguo, di nuovo in superficie. Arrivati su chiedo lumi a Erika la quale si ricorda di averlo raccattato non sa bene dove. “Un souvenir” dice “è della seconda guerra mondiale!” Gli consegnamo il proiettile e facciamo per risalire ma ci bloccano. “Police, police, arrest!” incalza l'uomo in uniforme. “ma arrest de che, non scherziamo, quel proiettile ha mille anni e poi c'abbiamo il volo!” “ no, no, tomorrow, tomorrow!, ora Police!”

Fatto sta che non ci hanno fatto partire. Buttato il volo. Panico. Andiamo nell'ufficio. Interrogatorio. Dichiarazione. “Possiamo andare ora?” “ no, police!” Non posso crederci, ci ha venduto per una “medaglia di stagno”.

Ci caricano in macchina e ci portano alla polizia, al CID per la precisione, Dipartimento di Investivazione Criminale”. Sono le due di notte, panico. Tentiamo di contattare l'Ambasciata, nessuna risposta. “tomorrow, tomorrow!” “big problem big problem” insistono i pulotti.

Ci accasciamo sulla sedia. Inquietanti pensieri sopraggiungono uno dietro l'altro, tipo chiavi di cella buttati nel tombino, tipo crisi internazionale, tipo ogni genere di cosa orripilante che ti possa venire in mente in un CID a Kuala Lumpur. Accusati di un attacco terroristico.

Ma mo' ti pare, con tutta la buona volontà, vabbè che a Kuala ci stanno le torri gemelle, vabbè che c'ho pure la barba lunga, ma si è mai sentito di un bianco che vuole fare un attentato terroristico alle torri gemelle a Kuala Lumpur con un proiettile arrugginito della seconda guerra mondiale?

Nel frattempo avevamo contattato i genitori di Eri che si sono mobilitati immediatamente tra Ministero degli Esteri e Ambasciate Italiane, ma senza esito (3 di notte)

Non ci resta che attendere. No water no food. Lots of nicotine.

Attacchi di panico reciprochi a sbalzi. Circa uno a testa ogni quindici minuti.

Bestemmie. Preghiere. Preghiere e bestemmie. Così, per accaparrarsi la simpatia di entrambi. God and Evil. Il primo che sente ci aiuti, please!.

Verso le cinque iniziano le prime visioni. I titoli in prima pagina dei quotidiani piu' titolati.

La Repubblica “ arrestati due italiani in vacanza. Crisi internazionale” Il Corriere “arrestati due italiani in vacanza. Il Governo Malese rivendica la liberazione di due ostaggi afgani a Guantanamo” La Stampa “arrestati due italiani in vacanza. Berlusconi incontra il Re di Malesia a Porto Rotondo. Ringhio Gattuso portavoce a Kuala Lumpur” Il Giornale “ Comunisti in vacanza sequestrati dai Mujahidin. La Lega propone la castrazione chimica dei musulmani in Italia ” Il Manifesto “ NUVOLE E MOSCHEE. Complotto Internazionale all'ombra delle governative. Berlusconi organizza l'incidente diplomatico per guadagnare voti”

La mattina era ormai alle porte e il “giudizio finale” pure.

Verso le 9 ci comunicano che ci avrebbero denunciato alla Corte Suprema per la grave offesa verso uno stato pacifico come la Malesia.

Semisvenimenti avanzavano insieme a un sinistro odore di ascella. Come non riconoscere la mia sinistrina. Mi tradisce sempre nei momenti topici.

Verso le 10.30 nessuna notizia dall'Ambasciata Italiana. Continuiamo a chiedere aiuto a ogni persona che passa. Probabilmente anche alla donna delle pulizie. Non si sa mai.

E dal nulla arriva un ragazzotto, forse della mia età, che vuole sapere la ns storia. Crolliamo.

Non ti preoccupare dice, pensa a Dio, Dio è qui, vi aiuterà. Vado a parlare con chi ha in carico il caso. A dopo”

Dopo circa un'ora arriva il capo di questo ragazzo che esordisce “stiamo cercando di aiutarvi, non vi preoccupate. I rappresentanti dell'Ambasciata stanno arrivando, portate pazienza. Intanto vi interroghiamo”

Proviamo anche l'ebbrezza del condannato.

Terminata “l'intervista” ci fanno accomodare in una saletta con divani e TV. Champions League.

No thanks. Il ragazzotto, il ns angelo custode non ci molla un attimo. Ci presenta tutti i suoi amici e iniziamo a parlare del piu' e del meno. Ci trattano davvero bene, questurizzamente parlando. Cogliamo che ci sono due fazioni e che ovviamente noi quella notte siamo capitati col pugno de fero. Speriamo. Non ci rimane altro. Verso le 14 iniziamo a diventare quasi amici della fazione

amàmose tutti” e verso le 14.30 inizio, così per passare il tempo, a dare corsi su come rollare le sigarette. E poi tutti a fumare. E poi di nuovo rollare. E poi fumare. E poi...e poi bussano alla porta “Ah regà, ma che ce combinate? Mo' ve tiramo fori” esclama uno dei due emissari dell'Ambasciata Italiana in perfetto accento di tanto amata casa. Commozione generale. Iniziano a trattare la nostra liberazione. Ripenso al 25 aprile, il giorno dell'indipendenza, della liberazione.

Un'ora e mezza di diplomazia. Sbalorditivo. Un film nel film. Sarà vero? Forse non ho digerito il Chicken Fish?

Preparano le carte del rilascio, ma sulla denuncia non transigono: dobbiamo presentarci al processo, l'8 maggio. Che suona tanto che sanno perfettamente che non ci presenteremo mai, ma che sono obbligati a seguire la procedura. “Alle brutte non potrete piu' rientrare nel paese” esclama l'altro angelo italiano. “peccato, era carino” abbozzo io.

Salutiamo tutti (quelli della cricca dell'amàmose ovviamente), scatta quasi un abbraccino, addirittura qualcuno dice “veniteci a trovare la prossima volta!” e mentre stavamo per salire su una fiammante Alfa centocinquantaequalcosa ci abbiamo pure pensato...se rispondere... “certamente!”


sabato 26 aprile 2008

La Leggenda del PescePollo (detto anche Er giacchetta de Pelle)

Sul filo di lana di una settimana decisamente impegnativa sono riuscito ad avere un paio di scatti sull'ormai famoso Pesce Pollo. Orgogliosi di portare con noi la leggenda del pesce senza nome, essa ci è stata svelata da una maldestra accalappiaclienti di una bancarella. In realtà il maldestro ero io nel chiederne le fantomatiche origini anatomiche. "Pesce tropicale che vive nei profondi fondali marini detto anche Leather Jacket"
Er Giacchetta de Pelle


Prima

Dopo

"Vuoi?" ;)

giovedì 24 aprile 2008

Anything but obvious

Kuala Lumpur è la città dalle mille e piu' sfaccettature. Accertato questo, ci sembrava fuorviante viaggiare in Malesia senza aver colto almeno alcune di queste diverse identità. E anche perchè dopo nove mesi la pigrizia inizia a bussare alla porta della nostra stanza delle curiosità.

Ossia, meglio una cosa ma fatta bene. Deciso di albergare in un piccolo ostello suggerito dai ragazzi che hanno acquistato Sneaky (una coppia di germanici molto simpatica con la quale siamo diventati anche amici) abbiamo realizzato immediatamente la magia del luogo. Susy, la proprietaria dell'ostello, è una ragazza dolcissima ex assistente di volo della Malaysian Airline.

ho viaggiato così tanto” racconta “ che a un certo punto ero stanca. Ma non volevo rinunciare a viaggiare, quindi ho aperto questo posto e attraverso questo posso ancora viaggiare, con la differenza che è il mondo a venire da me”

Golden Triangle è chiamata quest'area, un crogiolo di razze e culture che coesistono in armonia ormai da secoli. Un insieme di sfavillanti grattacieli e diroccate eredità coloniali, lusso sonnolento e sfrenata vita di strada, ristoranti fashion e decadenti bettolacce e tra tutto ciò la perla dei sette mari: il mercato notturno.

Tonnellate di pesce fresco (vivo) cucinato in maniera impeccabile attendevano sui banconi i nostri palati di viaggiatori 2dollars pronti ad appagare qualche sfizio nella regola del 3x2.

C'è chi va alla moschea e c'è chi va alla bancarella. E dopo nove mesi di peregrinaggio in terra santa abbiamo ceduto al rito pagano. Insieme a noi Mike, compagno canadese anche lui stancuccio dopo 16 mesi di viaggio lungo il tropico del capricorno. Attraversando il mercato non si aveva la sensazione di camminare bensì di rimanere immobili osservando l'avanzare di qualunque bendidio attraverso le gesta di sorridenti avventori.

Ed ecco sfilare davanti a noi spigole da mezzo metro, granchi tigre e gamberi reali, calamari purplerescenti e gigantesche conchiglie di ogni forma e specie, fino ad arrivare a quel che si è rivelata essere la vera leggenda di Mompracem, non Sandokan la tigre bensì ChickenFish, il PescePollo. C'è chi dice essere un carnivoro pesce degli abissi, chi invece lo considera un natante lacustre chi invece asserisce di averlo visto volare, il pesce pollo, tipo un salmone tropicale dalle ali pennute. Mai sapremo la verità, fatto sta che Mr.PescePollo, non ci sono squame o piume che tengano, alla griglia non ha rivali. Altrettanto invece non possiamo narrare dei dessert Malaysiani, in quanto siamo stati customizzati immediatamente dal delizioso Jelly Longan Ice, fragola mango o mirtillo che sia. Una sorta di granita e polpa di frutta adornata con gelatine multicolore dai delicati sapori e dagli ignoti contenuti.

Sette notti su sette. Un must

E tra una notte e l'altra abbiamo trovato anche il tempo di andare a Malacca (deliziosa città e antica capitale coloniale) e...la moschea, a sciacquare i nostri peccati di gola. E' stata un'emozione forte, la moschea, un avvicinarsi a una cultura che tutti noi riteniamo lontana anni luce (e nemica) ma che in realtà così distante non è. Siamo tutti una grande famiglia, noi della Genesi, è che come in ogni buona famiglia a volte un po' si litiga tra fratelli, un pezzo di terra in piu' una fetta di cocomero in meno. E' stato emozionante e interessante parlare con un Imam e ancor piu' commovente è stato indossare il nostro primo Burqa.

Nessuna guerra santa nel Corano. O quantomeno in quello Malese.

Ora è di nuovo tempo di mercato, e poi aeroporto verso casa. Ma continueremo a scrivere, per chi avrà voglia di leggere.

Domani Italia appunto, una nuova tappa dello stesso viaggio.

Inshallah


PS Manca la foto del ChickenFish...ma tra poco la scatteremo! Solo per voi...



mercoledì 16 aprile 2008

As Long as Time

Oggi 16 aprile 2008 è il nostro ultimo giorno a Melbourne. L'ultimo capitolo del nostro viaggio nel passato.

E Come spiegare un luogo senza tempo, un luogo dove puoi essere sempre e comunque te stesso, un luogo dove l'amore è il primo sentimento spontaneo che ogni mattina ricevi e che ti viene di ricambiare...così, istintivamente. Semplicemente non si puo' spiegare perchè non c'è niente da spiegare. C'è solo da condividere.

Lasciamo quindi, a voi amici italiani, vivere la nostra storia attraverso i vostri occhi, e a voi amici da tutto il mondo uniti sotto un'unica bandiera, rivivere ciò che di grandioso ci avete donato.

Oggi Melbourne, domani Kuala Lumpur

See ya later, Mates!

http://www.youtube.com/watch?v=JBslxtQGjUk

Today April 16th is our last day in Melbourne.
The last chapter of our trip in the past.
How to explain a place with no time, a place where you can always and however be yourself , a place where love is the first spontaneous feeling you receive each morning and you do feel giving it back as well...as it is, instinctively. This cannot be explained because there's nothing to explain. We have just to share it.

We leave to you, our Italian friends, to live our story through your eyes, and to you, friends of all the world united under the same flag, to relive the magnificient gift you gave us.

Today Melbourne, tomorrow Kuala Lumpur

See ya later, Mates!